Da sempre il cibo è occasione di incontro e condivisione, un elemento di identità culturale, nonché vero e proprio strumento di riappropriazione di un senso di appartenenza, che spesso viene a mancare a causa della distanza dalla propria terra o da sé stessi.

Nel SAI, dove l’accoglienza e l’integrazione sono i pilastri portanti dell’intero progetto posto in essere, il cibo rappresenta quotidianamente, uno dei ponti verso la propria terra di appartenenza, i propri affetti, i propri ricordi, i propri luoghi, ma soprattutto la propria identità.

Ritrovarsi intorno ad una tavola per assaggiare i piatti tipici di paesi diversi dal nostro, è un’azione semplice che avvicina molto più di tanti comportamenti artefatti: un aroma, una consistenza, un sapore, e quel pezzetto di mondo diventa in un attimo più vicino e accessibile.

Al SAI di Sant’angelo a Scala si è fatta esperienza diretta di tutto ciò, soprattutto in questo lungo periodo caratterizzato da chiusure e limitazioni, durante il quale sperimentarsi in cucina è diventato, per tutti i beneficiari del progetto, non soltanto una modalità di impiego proficuo del tempo libero e di collaborazione fattiva alla gestione del centro di accoglienza, altresì un appuntamento fisso con le proprie radici.

Da questi presupposti è nata l’idea di strutturare un laboratorio culinario dal nome “Mani in pasta”, con il fine di rafforzare il concetto di incontro culturale e di condivisione delle proprie origini, in chiave gastronomica, interagendo con la “diversità” solo in accezione culturale.

Da questo laboratorio è nato anche un ricettario, contenente tutte le pillole di bontà sperimentate e condivise nei vari incontri.

La preparazione delle pietanze tipiche dei paesi di provenienza dei nostri beneficiari quindi, è stata un’occasione per parlare di diversità, ma anche di similitudini: tanti piatti, dai nomi e origini differenti, in realtà sono molto simili tra loro, e accorciano le distanze talvolta abbattendo i confini.

Ora che il peggio sembra essere passato, dopo questo anno senza precedenti in cui ci siamo riscoperti tutti allo stesso modo più vulnerabili e più soli, abbiamo voluto insieme ai ragazzi accolti  far festa nel piccolo paese ospitante, attraverso la preparazione delle loro pietanze preferite, con il desiderio di farle arrivare sulle tavole delle case che ci circondano.

In occasione della Giornata Mondiale del Rifugiato, il  20 giugno,  l’Equipe del SAI di Sant’angelo a Scala e tutta l’amministrazione comunale, unitamente ai progetti SAI di Torrioni e Roccabascerana, hanno condiviso con tutti i beneficiari  il progetto “Cuochi a Colori” con l’idea di preparare e intavolare, una selezione di piatti tipici dei loro paesi di provenienza, in un’ottica di interculturalità e compartecipazione, contando sull’aiuto ai fornelli dello Chef Marco Renna, il quale, offrendo la sua collaborazione gratuita, ha saputo coinvolgerli  anche nella preparazione di qualche pietanza della tradizione locale.

Il tutto si è svolto nello spazio antistante alla struttura. Quanto preparato, oltre ad essere consumato in un momento di convivialità per i presenti, ospiti anche i beneficiari e l’equipe dei SAI dei comuni limitrofi di Torrioni e Roccabascerana, è stato consegnato ai volontari dell’Associazione “Il Girasole” di Sant’angelo a Scala e ai volontari della Caritas Diocesana di Avellino, i quali coordinati dalla referente, Giuseppina Picca, hanno provveduto  a distribuirlo alle famiglie meno fortunate presenti sul territorio, così che attraverso un piccolo assaggio ci si possa sentire tutti più vicini.

Tra gli obiettivi del progetto “Cuochi a Colori”, va l’opportunità di restituire con la generosità e le competenze culinarie, l’accoglienza ricevuta, sfruttando l’occasione per ripagare di tutte le opportunità concesse al momento del loro ingresso in struttura.

Ed è proprio grazie a questi obiettivi, che l’Associazione Caritas diocesana di Avellino ha voluto appoggiare l’iniziativa, dando spazio alla cooperazione e la condivisione.

La preparazione delle pietanze tipiche dei paesi di provenienza dei nostri beneficiari quindi, è stata un’occasione per parlare di diversità, ma anche di similitudini: tanti piatti, dai nomi e origini differenti, in realtà sono molto simili tra loro, e accorciano le distanze talvolta abbattendo i confini.

Rosa milano –  Responsabile per i servizi all’integrazione

Il nostro obiettivo è divulgare gratuitamente il ricettario in formato PDF a tutti i progetti SAI/SIPROIMI; il formato PDF del ricettario lo rende scaricabile e fruibile immediatamente e crediamo possa essere uno strumento utile per avvicinare le culture nei centri di accoglienza.

Di seguito il link dove è possibile scaricare gratuitamente il ricettario unitamente alle foto della manifestazione.

Simone Caner
(Direttore Consorzio Matrix)

Rosa Milano
(Responsabile Comunicazione Consorzio Matrix)